La ballata dei
mesi
Zodiaco,
lune, simboli e segni
a cura di Cinzia Bollino Bossi
NOVELLA
BELLORA
MICHELA
GRIENTI
MARCELLO
MOTTA
ROBERTO PAPINI
TIVITAVI
GIOVANNA
PESENTI
MARISA
VANETTI
C’era una volta
l’usanza di dare volto e forma ai mesi. Le
rappresentazioni, dapprima simboliche, divennero nel
Medioevo didascaliche ed esemplari, chiare e intelligibili;
le più note fra queste sono forse le sculture della
cattedrale di Parma scolpite da Benedetto Antelami, un
libro di pietra in cui i mesi hanno fattezze umane e gesti
rurali o cortesi, sempre comunque misurati e tesi ad
esaltare il lavoro dell’uomo nel tempo della terra. I
rituali della vita di corte in seguito influenzarono e
mutarono l’iconografia dei mesi, che si nutrì anche,
talvolta, della linfa criptica ed elitaria di testi di
astronomia e di richiami all’antichità classica (gli Arazzi
dei Mesi Trivulzio, lo Zodiaco nella Rocca di Angera, o
ancora il ciclo di Palazzo Schifanoia e gli affreschi del
Castello del Buon Consiglio a Trento).
Oggi né l’una né l’altra “scrittura” dei mesi avrebbe
ragione d’essere: chi si ferma più a pensare qual è il mese
della mietitura, quello della semina, quello della
vendemmia? Che passo ha un campo, che respiro fa un albero?
La luna, “dura” ancora ventotto giorni? Abbiamo orologi
ovunque, la notte a volte è anche più luminosa del giorno
e, come si usa dire quando mancano le parole, non ci sono
più le stagioni di una volta (è anche vero che basta
qualche ora d’aereo per scappare all’inverno). I calendari
poi sono diventati strumento pubblicitario, e quelli belli
oggetto da collezionare; il cielo stellato è roba da
romantici, o da professionisti del telescopio, e i segni
zodiacali sono monili da appendere al collo.
Ma forse, proprio perché il presente sembra così sgonfio di
senso, vale la pena di ripescare nel passato la ricchezza
di un patrimonio figurativo, culturale e simbolico.
Rappresentare un mese, o il segno zodiacale che lo governa,
significa ripensare le ore e le stagioni, proprie e altrui;
significa guardare avanti e al contempo indietro, come
Giano, bifronte. Per creare una odierna iconografia dello
scorrere del tempo.
Cinzia Bollino Bossi