Marisa Bello
La' dove anche gli angeli esitano
Mostra personale dal 10 al 21 Ottobre 2013
“L’arte dell’essere se stessi fino in fondo”, così scriveva il poeta Verlaine; questa frase mi è venuta alla mente vedendo le ultime opere di Marisa Bello, nella mostra che presenta sotto il titolo di “La’ dove anche gli angeli esitano”. Gli angeli di Dio sono i suoi messaggeri, ma l’angelo è anche un riflesso di noi stessi, delle nostre debolezze, forse della nostra psiche. Gli angeli di Marisa Bello sono gli angeli che ci accompagnano nella vita terrena, con i loro tormenti che diventano i nostri tormenti, le loro esitazioni.
Così scriveva Antonia Pozzi (1912-1938, poeta e filosofa) nel suo diario: “9.9.1937. Ieri sera un angelo mi ha preso la mano, non era ancora buio. L’angelo mi ha messo una mano sulle spalle, mi ha fatto salire di corsa le scale nere, fin qui nella mia stanza. Non avevo più fiato. Allora l’angelo mi ha messo una mano sul collo, sono caduta in ginocchio davanti alla finestra aperta, senza respirare ho guardato il profilo immobile della montagna. Poi giù, tre volte ho baciato la terra (il pavimento di mattonelle rosse) premendo bene le labbra - i pugni li avevo così stretti sul petto che mi dolevano le ossa. Dopo - mi sono alzata come da un sonno di anni, leggera come una donna che ha partorito. Ho aperto gli occhi. L’angelo non c’era più. L’angelo è tornato ieri sera. Di colpo il campanile è scoppiato a suonare. Forse tutti quelli che hanno molto sofferto e sono un po’ deboli e malati, a un certo punto cominciano a sentire gli angeli.”
Mi piace ricordare anche una frase del grande coreografo e danzatore inglese Lindsay Kemp: “Dormo sempre con la finestra aperta, così se un angelo vola vicino può entrare nei miei sogni.” Facciamo entrare nei nostri sogni ma anche nella nostra realtà gli angeli di Marisa Bello; con questi ultimi lavori Marisa Bello, già attrice, costumista, scenografa vive con il suo inno mirabile che speriamo possa riflettersi anche in noi spettatori dei suoi lavori.
Due ultime citazioni: Giorgio Streheler: “Il mio mestiere è quello di raccontare storie di altri. Le racconto su un palco di legno con altri essere umani, ma le potrei raccontare con pezzi di legno, brandelli di stoffe, carte ritagliate, latta, con qualsiasi cosa esista al mondo. Se non avessi voce parlerei con le mani, con le dita. L’importante è raccontare le cose ad altri.” Anche Marisa Bello con la sua arte e le sue opere ci vuole raccontare una storia, e lo fa non solo con i colori ma anche con le stoffe, i titagli, con cose raccolte nel mondo, e nel raccontarci la storia dell’uomo e dell’angelo ci racconta la sua idea di vita e di arte. Nel film “Les amants réguliers” di Philippe Garrel, il giovane attore Louis Garrel che interpreta il ruolo di un giovane poeta ai tempi del ’68 francese dice queste parole: “Ho fatto il poeta perché avevo paura della povertà se avessi fatto il pittore. La dolce spensieratezza fa della vita uno specchio dove gli oggetti si dipingono un istante e sul quale tutto scivola, ma dove uno farà scoprire all’altro le cose che amiamo davvero”.
Marco Lombardi